Secondo le stime del ministro sono già 11mila le amministrazioni in regola con la posta elettronica certificata inaugurata ad aprile, e 18.200 le email attive dei cittadini.
Molte ancora, tuttavia, le pubbliche amministrazioni non in regola con gli obblighi imposti dalla legge e che di conseguenza impediscono ai cittadini di usufruire dei servizi previsti: in tutto 196 soggetti tra cui 7 regioni, 23 province, 26 comuni capoluogo, 56 università, 74 ASL e 10 amministrazioni centrali (non si è adeguato neanche il Ministero dello Sviluppo economico).
Brunetta si vuole ora concentrare su di loro: "Le amministrazioni inadempienti non hanno infatti alcun alibi, dal momento che già cinque anni or sono il Codice dell'amministrazione digitale (Decreto Legislativo n. 82 del 7 marzo 2005) prevedeva che tutte le Pubbliche amministrazioni dovessero istituire una casella di PEC per ogni registro di protocollo". Inoltre il Ministro spiega che "molto spesso queste ultime detengono da diverso tempo gli indirizzi di PEC, ma si rifiutano di pubblicarli per non dover poi adeguatamente riorganizzare i propri uffici nell'azione di risposta tempestiva alle richieste dei cittadini".
Per tutte queste amministrazioni inadempienti via all'ispezione: con rischio di avere un giudizio negativo ai fini della valutazione della performance individuale e organizzativa, utile per la corresponsione della retribuzione di risultato ai dirigenti degli uffici preposti, come previsto dalla riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione.
Autore: Claudio Tamburrino
Fonte: punto-informatico.it