Gli esperti di McAfee ritengono che gli attacchi siano da imputare in parte al terrorismo internazionale, in parte alla pura attività criminale. Negli ultimi due anni infatti circa il 20% delle industrie prese in esame ha ricevuto delle richieste di estorsione in seguito ad un'aggressione informatica o ad una minaccia di attacco.
Un secondo aspetto interessante riguarda le colpe delle vittime. Lo studio punta il dito sulle falle dei sistemi che cadono sotto i colpi dell'artiglieria (virtuale) nemica. Basti pensare che solo il 43% dei sistemi viene aggiornato con patch e correzioni, mentre ben l'80% dei sistemi esaminati ha almeno un nodo collegato ad Internet o ad un'altra rete IP pubblica. Abitudini gravi se si tiene conto che questi sistemi fanno parte di strutture che, ad esempio, gesticono acquedotti, reti per la distribuzione dell'energia elettrica o impianti chimici o petroliferi.
Alti livelli di protezione non garantiscono comunque la certezza di protezione: le industrie cinesi sono infatti all'avanguardia nei sistemi di protezione, ma tuttavia ricevono una percentuale di attacchi superiore a quella degli Stati Uniti, dove è invece maggiore la quantità di industrie con un livello basso di attenzione.
Pare quindi che non tutte le industrie, colpevolmente quelle che gestiscono infrastrutture a rischio terrorismo, non abbiano compreso che l'epoca degli hacker solitari che agivano per gloria personale è terminata da un pezzo.
fonte: oneitsecurity.it